‘Schede Didattiche’: WHISKEY JIM BEAM: UN BOURBON, UNA LEGGENDA AMERICANA
JIM BEAM: UNA LEGGENDA AMERICANA
La nascita del bourbon risale alla fine del 1700, quando il whiskey di puro mais fu distillato dai pionieri del Kentucky.
Il caratteristico colore ambrato ed il gusto ricco del bourbon del Kentucky vennero scoperti quando il whiskey di mais venne messo ad invecchiare in botti nuove di quercia bianca precedentemente affumicate. Nel 1795 Jacob Beam, un agricoltore che lavorava in un mulino, elaborò la ricetta ed il processo di distillazione di Jim Beam, un nome orgoglioso per il miglior bourbon al mondo. Da più di 200 anni, la ricetta originale di Jim Beam viene seguita fedelmente, utilizzando in modo ottimale le abbondanti risorse naturali che il Kentucky possiede. Ad ogni sorso, si avvertono chiaramente il tempo e la dedizione impiegati per produrre il Jim Beam Bourbon.
La distilleria si trova a Clermont, Kentucky, a poche miglia da Bardstown, ed ospita numerosi depositi dove il bourbon viene sistemato su “racks” (scaffali e ripiani) per l’invecchiamento in attesa di essere imbottigliato e meritarsi la classica etichetta bianca di Jim Beam.
SETTE GENERAZIONI DI DISTILLATORI
Jacob Beam, fondatore della Jim Beam Bourbon
Nel 1788, Jacob Beam partì con la famiglia verso occidente, seguendo il percorso di Daniel Boone attraverso il Gap di Cumberland, alla ricerca di una vita migliore per sé e la sua famiglia. Jacob si stabilì nelle lussureggianti colline del Kentucky, in una terra florida per l’agricoltura. Dopo poco tempo, cominciò a fare esperimenti con il mais ed i cereali che crescevano nella terra intorno alla sua fattoria, mescolandoli con l’acqua limpida che scorreva lì vicino. Il risultato ottenuto fu una miscela di whiskey unica, chiamata bourbon, dalla Contea di Bourbon, Kentucky. Jacob si rese conto che la distillazione era un sistema eccellente per utilizzare il mais in eccesso, che era difficile da immagazzinare all’epoca, ed ancora più difficile da vendere sul mercato. Lo spirito intraprendente di Jacob e la sua abilità nel distillare diedero vita a quello che sarebbe diventato parte del patrimonio americano. Nel 1795, Jacob vendette il suo primo barile di bourbon, iniziando quell’avventura che sarebbe diventata una fiorente azienda familiare.
David Beam, figlio di Jacob Beam
Nato nel 1802, David Beam aveva solo 18 anni quando, nel 1820, prese il posto del padre nell’azienda di famiglia. Nel periodo in cui diresse la distilleria l’America attraversò una fase di grandi cambiamenti. L’invenzione di mezzi tecnologici, quali il telegrafo, le navi a vapore e la costruzione di acquedotti e ferrovie per il trasporto di merci, permisero una più ampia distribuzione del bourbon di Mr Beam.
David M. Beam, figlio di David Beam
Succeduto al suo acuto e capace padre, David M. assunse la guida dell’azienda nel 1850. Nel 1854, David M. trasferì la distilleria nella Contea di Nelson, vicino alla prima ferrovia del paese. Poco dopo scoppiò la Guerra Civile ed il bourbon venne usato come merce di scambio più preziosa della valuta corrente. Il Kentucky era uno stato diviso durante la guerra e i soldati, sia dell’Unione che quelli Confederati, passavano per le terre di Beam. David M. riuscì a salvare se stesso e la propria azienda parteggiando ora per gli uni, ora per gli altri, a seconda del momento.
Col. James B. Beam, figlio di David M. Beam
James Beam assunse la direzione di un’azienda familiare ormai ben avviata e la trasformò in una vera e propria industria americana. La sua intelligenza vivace e la personalità carismatica erano avvertite da tutti quelli che lo conobbero. Chiamato dagli amici “Big B”, Bim Beam rimase a capo dell’azienda di famiglia per 67 anni. Nel periodo del proibizionismo,
la produzione alcolica venne accantonata e Jim Beam si dedicò alla coltivazione di frutta, alle cave di pietra ed all’estrazione di carbone. Fu lui stesso a selezionare e produrre una nuova coltura di lieviti, utilizzati per far fermentare la miscela destinata alla produzione di whiskey. Sempre prudente, durante i weekend si portava a casa una piccola quantità del prezioso lievito, accanto a sé sul sedile della sua Cadillac nera, nel timore che potesse verificarsi qualche incidente nello stabilimento. Per fortuna, la cosa non si verificò mai.
L’azienda non solo sopravvisse, ma prosperò grazie al suo impegno ed al suo ingegno. Poco dopo il suo 70° compleanno, James si trasferì ed aprì una nuova distilleria nel Clermont, vicino alla sua casa di Bardstown. Da allora in poi, il bourbon venne chiamato il “Bourbon di Jim Beam”.
T. Jeremiah Beam, figlio di James B. Beam
Jeremiah iniziò a lavorare nella distilleria di Clermont nel 1913, all’età di 13 anni. Nel 1918 andò al college con l’intenzione di tornare ed occuparsi degli affari di famiglia. Dopo la laurea, tuttavia, il proibizionismo costrinse Jeremiah ad abbandonare momentaneamente i suoi sogni. Alla fine del proibizionismo, nel 1933, Jeremiah si stabilì in una nuova casa in Vermont. Lavorò sodo per imparare tutti gli aspetti relativi alla produzione di bourbon e diventò capo distillatore nel 1947. Rimase a capo dell’azienda dopo la morte del padre avvenuta in quell’anno ed aprì una seconda distilleria nel 1954 vicino a Boston, Kentucky.
Booker Noe, nipote di James B. Beam
Nipote di James B. Beam, Booker si è impegnato tenacemente per sostenere e mantenere alti gli standard di qualità tipici della famiglia. Ha ricevuto il titolo di Capo Distillatore Emerito della distilleria Jim Beam nel 1960. La sua attenzione per i dettagli in ogni fase del processo produttivo garantisce la grande qualità del prodotto. Si possono gustare in ogni sorso di Jim Beam la dedizione, la professionalità e l’impegno che hanno contribuito a crearlo. Nel 1987 Booker introdusse il suo bourbon, il Bourbon di Booker. Creato all’inizio come regalo di Natale per gli amici più cari, il Bourbon di Booker è imbottigliato direttamente dal barile, non tagliato e non filtrato. Mantiene ancora oggi gli standard di qualità elevati stabiliti nel 1795 dal suo bis-bis-bisnonno: Jacob Beam.
Frederick Booker Noe III, figlio di Booker Noe
“Fred” appartiene alla settima generazione della famiglia Beam. In qualità di Bourbon Ambassador, porta in tutto il mondo “The Small Natch Collection”, l’orgoglio dei molti premi e riconoscimenti vinti dalla sua famiglia con il prestigioso bourbon. Fred è cresciuto a Bardstown, Kentucky, nella stessa casa in cui ha vissuto Jim Beam, in quella che un tempo era chiamata Distiller Row poiché in quasi ogni casa viveva un capo distillatore. Continua a vivere a Bardstown, in una casa costruita dietro a quella della famiglia Beam.
Nel 2005 Frederick Booker Noe III ha riempito la dieci-milionesima botte di Jim Beam, il bourbon ufficiale in America.
BOURBON JIM BEAM
Il fatto che il mais fosse così rigoglioso nelle Contee del Kentucky e, all’epoca così poco fruibile per altri utilizzi, ha permesso la nascita della leggenda di un prodotto come Jim Beam. La caratteristica principale di Jim Beam Bourbon è nella miscela di cereali utilizzati per la distillazione. Rispetto ai tradizionali whiskey prodotti principalmente con segale, Jim Beam Bourbon si distingue per la sua morbidezza e dolcezza derivanti da questo specifico ingrediente, il mais, presente in gran quantità. Il processo produttivo prevede una prima fase detta di “cooking” (letteralmente cottura) dove la miscela viene portata ad ebollizione con l’aggiunta di acqua purissima di sorgente di cui è ricca la regione. La presenza di strati granitici nel sottosuolo permette una particolare filtrazione delle acque, che diventano pure e leggere. Una volta raffreddata viene aggiunto l’orzo maltato. Questo contiene un particolare enzima che permette la conversione dell’amido in zucchero solubile. Per poter garantire sempre una costante qualità, viene aggiunto a questo “mash” una piccola porzione del mash prodotto precedentemente e conservato. Questo procedimento è definito “sour mash” e, oltre a permettere di ottenere un prodotto con caratteristiche costanti nel tempo, aggiunge al distillato finale corpo e dolcezza. Dopo la fase di “mashing” appena descritta, vengono aggiunti i lieviti per permettere l’avvio della fermentazione che porterà alla produzione, nell’arco di 3/5 giorni, di un liquido definito “distillers beer”, che verrà poi distillato. Sappiamo tutti che i lieviti hanno un ruolo fondamentale nel determinare le caratteristiche finali di un distillato. I ceppi utilizzati da Jim Beam Distillery sono gli stessi, rigorosamente selezionati, utilizzati dalla fine del proibizionismo. Ogni erede della Generazione Beam conserva nel proprio frigorifero di casa una piccola porzione di questi lieviti tramandati di padre in figlio!
Quando il mash ha raggiunto un livello di fermentazione adeguato agli standard qualitativi di Jim Beam, solo allora inizia la distillazione che avviene in due fasi distinte. Nella prima fase la “distillers beer” viene posta in distillazione – distillatore continuo a colonna o “patent” – e si ottiene il cosiddetto “low wine”, un liquido con un tenore alcolico inferiore al 30% in volume d’alcol. Il low wine viene destinato alla seconda fase di distillazione nel “doubler” (molto simile ai tradizionali alambicchi che siamo abituati a vedere nelle vecchie distillerie) da cui uscirà il “high wine” o “new whiskey”. Questo viene messo ad invecchiare per molti anni in botti di quercia americana prima di diventare Jim Beam, essere imbottigliato e raggiungere i bar e le case dei suoi appassionati estimatori. Nessuna filtrazione viene applicata agli “high wine” prima di essere messi in botte, contrariamente a quanto avviene per altri whiskey provenienti dal continente americano: è famosa quella definita “charcoal mellowing” – cioè sui carboni vegetali – che permette di purificare ed ammorbidire il gusto prima dell’invecchiamento. Gli “high wine” di Jim Beam contengono già quella ricchezza di profumi e morbidezza al palato che lo hanno reso famoso nel mondo. Questo è possibile grazie al rigore della produzione, alla selezione delle materie prime e ai “preziosissimi” lieviti che non richiedono alcun tipo di filtrazione. Una filtrazione avviene prima dell’imbottigliamento solo per eliminare eventuali impurità rilasciate dal legno nel lungo periodo d’invecchiamento. Questo accade nei magazzini, “rackhouse”, dove le botti sono costantemente controllate per garantire una continuità al processo d’invecchiamento che darà a Jim Beam quelle caratteristiche di gusto e colore tipici che lo rendono inconfondibile. L’invecchiamento è soggetto all’alternarsi delle stagioni – i magazzini non hanno sistemi di controllo della temperatura – ed alla posizione dei vari rack. Più la botte è vicina al pavimento in terra battuta più lento sarà il processo d’invecchiamento.
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE
La normativa in atto nel Kentucky per la produzione e la denominazione del Bourbon è abbastanza severa anche se si basa su poche semplici regole, partendo dal presupposto che
“All Bourbon is whiskey, but not all whiskey is Bourbon!”
Per potersi appellare “Kentucky Straight Bourbon Whiskey” un whiskey deve:
1. Essere prodotto con un mash che contenga almeno il 51% di mais
2. Essere invecchiato per almeno due anni in botti di quercia di nuova produzione
3. Essere prodotto sul territorio del Kentucky (che produce comunque il 98% dei bourbon americani).
CARATTERISTICHE DI JIM BEAM
Alto tenore di mais nel mash di distillazione (miglior qualità, gusto morbido e ricco);
Nessuna aggiunta di zuccheri o altro nei mash di distillazione, solo acqua di fonte, cereali – nella giusta proporzione tra mais, segale e orzo maltato – lieviti selezionati;
Nessuna filtrazione prima dell’invecchiamento (non si rende necessaria per l’alta qualità delle materie prime e per il processo di produzione);
Aspetto visivo: limpido, dorato, ambrato di buona intensità;
Aspetto olfattivo: di media intensità, fine, complesso con note legnoso-vanigliate su sfondo fruttato. Per nulla pungente, anzi, rotondo e gradevole;
Aspetto gustativo: di media struttura, armonico e di media persistenza, con retrogusto di legno-vaniglia
Per informazioni:
Viviana Lanzetti, Ufficio stampa Gruppo Bacardi – Martini T. 011.8108389 M. vlanzett@bacardi.com
Maurizio Mazzanti Direttore Creativo Esecutivo
E3 – Via San Gregorio 53, 20124 Milano tel. 0039 02283710.21 - fax 0039 02283710.30
mazzanti@e3online.it http://www.e3online.it
I COCKTAIL IDEALI DA PREPARARE CON JIM BEAM
JIM BEAM SOUR
3 parti di Jim Beam, 1 parte di succo di limone o sweet and sour, 1 parte di sciroppo di zucchero, mezza fetta d’arancia, ghiaccio a cubetti
Unire gli ingredienti in uno shaker, riempito a metà con il ghiaccio a cubetti.
Mescolare bene. Versare nel tumbler, guarnire con la fetta d’arancia e ciliegie a piacere.
JIM BEAM JULEP
4 parti di Jim Beam, 2 cucchiaini di zucchero, 2 parti di succo di limone 6-7 foglie di menta. Ghiaccio frantumato. Top di acqua
In un bicchiere pestare le foglie di menta con lo zucchero e il succo di limone. Aggiungere fino al colmo il ghiaccio frantumato. Completare con Jim Beam e mescolare il tutto. Aggiungere ancora ghiaccio frantumato, acqua fino a colmare il bicchiere e qualche foglia di menta per guarnire.
JIM GINGER
1 parte di Jim Beam, Ginger ale
Jim Beam, ghiaccio a cubetti e ginger ale.
BEAM COLA
1 parte di Jim Beam, Cola, 1 fettina di limone
Versare del ghiaccio a cubetti in un bicchiere da cocktail.
Aggiungere Jim Beam e cola. Servire con una fettina di limone.
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