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IL POLLENZA E LA RISCOPERTA DEL VITIGNO “DUE VOLTE BUONO”

IL POLLENZA E LA RISCOPERTA DEL VITIGNO “DUE VOLTE BUONO”
L’azienda marchigiana racconta la caparbia riscoperta della varietà autoctona Ribona, intimamente radicata al territorio e alle tradizioni agricole tipiche di Macerata e Tolentino.
Tolentino, 16 dicembre 2019 – Anticamente veniva chiamato Ribona, “due volte buono”, proprio a voler sottolineare le sue caratteristiche organolettiche, decisamente affascinanti e intriganti sin dal primo sorso. Nel tempo ha assunto anche il nome di Maceratino, per coniugarlo con forza alla sua terra di origine, la provincia di Macerata nelle Marche, terroir ideale per far sì che esprima al meglio tutte le sue doti.
Comunque lo si chiami, questo antico vitigno locale a bacca bianca è entrato nel cuore, e nei vigneti, di alcuni produttori di questo angolo delle Marche che hanno avuto il merito di apprezzarlo e valorizzarlo.
Oggi, grazie anche al forte richiamo dei vitigni autoctoni, ha ricominciato ad essere diffuso e ricercato da appassionati e consumatori in cerca di carattere e originalità nel bicchiere. Tutte caratteristiche che è possibile riscontrare anche nell’Angera de Il Pollenza, questo il nome con il quale l’azienda di Tolentino, in provincia di Macerata, mette in commercio la sua Ribona in purezza al 100%.
Una scommessa, quella del Conte Aldo Brachetti Peretti, portata avanti con determinazione e con l’obiettivo di non disperdere il grande patrimonio di biodiversità presente nel giardino vitato della sua azienda, acquistata alla fine degli anni ’70. “Qui la Ribona è sempre stata presente e a partire dal 2010 abbiamo deciso di intraprendere un lavoro di valorizzazione di questo antico vitigno – spiega il Conte –. L’obiettivo era quello di ben rappresentare il territorio, tutelando una viticoltura radicata nella storia e nella tradizione delle Marche”.
Un traguardo che si può ritenere raggiunto, considerando che oggi il numero di aziende del territorio che credono fortemente nel valore della Ribona sta crescendo, grazie anche alla scommessa e alla cura di quei produttori che putarono su di lei quando stava quasi scomparendo.
“La Ribona, un tempo, veniva considerata come un vitigno che non poteva dare origine a vini longevi – afferma Giovanni Campodonico, enologo dell’azienda Il Pollenza –. La svolta avvenne quando le aziende iniziarono a diminuire le rese in vigna e a ricercare complessità e struttura, ottenendo così ottimi risultati. Fu quello che facemmo noi, scoprendo in questo modo che, se lavorato con cura, poteva in realtà regalare vini dalla grande personalità e con la possibilità di sfidare la prova del tempo. Dopo aver scommesso dieci anni fa sulla valorizzazione e il recupero di un vitigno ormai dimenticato, questo è un altro importante obiettivo che vogliamo raggiungere. A marzo del 2019 un primo passo avanti è stato fatto grazie ad una variazione sul disciplinare: è stata introdotta una versione riserva (un anno di maturazione con affinamento in legno/bottiglia o vasca). L’idea è proprio quella di portare sul mercato un prodotto più complesso e di farne comprendere le potenzialità”.

Vino Angera
Vino Il Pollenza
http://www.ilpollenza.it/home/

Jessica Busoli
Ufficio stampa Il Pollenza
c/o fruitecom

Docente Corsi Barista, Barman, Caffetteria, Fruit Carving, Sorsi di Frutta, Cocktail New Age. Scrittore libri. Viaggi e Cammini.

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